La Roma soffre, ma batte il Palermo
27 gennaio 2008, di Marco Di Cesare
 

Sono due gli episodi, nello stretto giro di pochi minuti l’uno dall’altro, a permettere alla Roma di avere ragione di un Palermo assai caparbio e di sconfiggerlo per 1-0: per la precisione, un’espulsione e il capace lavoro di un giovane raccatapalle di sicura fede romanista.
Nel posticipo serale di sabato, la Roma entra in campo con i ritrovati Totti e Perrotta, mentre Brighi sostituisce lo squalificato De Rossi e Cassetti permette a Panucci di osservare un turno di riposo. I giallorossi comandano il gioco per tutto il primo tempo, tenendo un ritmo elevato e mostrando un buono stato di forma; il Palermo, di suo, si difende con ordine, lasciando ben pochi spazi davanti all’area difesa da Fontana, ma, raramente riesce a ripartire, lasciando Amauri troppo solo a combattere contro Mexes e Ferrari. Già al 4’ i giallorossi imbastiscono un’azione straordinaria, tutta di prima, con Brighi che finalizza il lavoro di mezza squadra, servendo in area Perrotta che, in corsa, tira al volo verso il secondo palo, mandando fuori di poco un pallone sul quale Fontana mai sarebbe potuto intervenire. Al 15’ un bel tiro di Cassetti viene deviato dal portiere in corner, dopo un bel tuffo. Al 24’ una delle poche ripartenze del Palermo: Miccoli, molto evanescente per il resto, compie un grande stop a seguire col quale supera Pizarro e si lancia sulla corsia di sinistra, per essere, però, fermato da un ottimo Cassetti, prima che possa arrecare danni alla retroguardia romanista. Due minuti dopo un pericoloso tiro da fuori di Pizarro trova la fondamentale deviazione di Migliaccio. Al 32’ assistiamo alla più chiara azione da gol del Palermo lungo l’intera partita: una punizione di Miccoli dalla trequarti trova la testa di Zaccardo, il quale tenta la via del gol, mandando fuori di poco, piuttosto che servire Amauri, che si era liberato sul secondo palo.
Nel secondo tempo le squadre entrano in campo con gli stessi schieramenti, ma sembra di assistere ad una partita diversa: l’iniziativa rimane sempre nelle mani della Roma, ma ora il ritmo è calato notevolmente e l’undici giallorosso non si muove più con la stessa efficacia del primo tempo. Tutto, però, cambia grazie a un episodio che si rivelerà decisivo: al 56’ il centrale palermitano Rinaudo compie un intervento con piede a martello sul romanista Brighi all’altezza del cerchio di centrocampo, disinteressandosi completamente del pallone; è il primo fallo della sua partita, ma l’arbitro Brighi, giustamente, lo espelle. Passano appena due minuti e la palla finisce in corner dopo un attacco romanista; un raccatapalle è lesto a sistemare un altro pallone nella lunetta del calcio d’angolo, permettendo, così, a Taddei di trovare la difesa palermitana completamente fuori posizione e di servire Amantino Mancini nel mezzo dell’area: l’attaccante segna un gol di testa, piazzando la palla sul secondo palo, approfittando anche di una scriteriata uscita alta di Fontana.
Guidolin cerca di porre riparo alla situazione, togliendo gli insufficienti Simplicio e Miccoli e inserendo Cavani e Cassani, per passare a un più ordinato 4-4-1. La partita, però, prosegue senza molte altre azioni salienti. Negli ultimi dieci minuti la Roma lascia campo al Palermo che, però, non sa rendersi pericoloso quel tanto che possa servire a impensierire Doni: i siciliani spingono maggiormente sulle fasce e la Roma soffre anche. Però l’ultima azione da gol è appannaggio di un giallorosso: al 94’ un’incornata di Mexes, che svetta sugli sviluppi di un altro calcio d’angolo, colpisce in pieno il palo alla sinistra di Fontana.
Ora, ai capitolini non resta che sperare che l’Udinese possa togliere almeno due punti alla capolista Inter, per non tornare nuovamente a -7: ma sarà dura.

Pagelle della Roma.
Doni 6: non è mai stato chiamato in causa dalle sortite offensive palermitane.
Cassetti 6.5: in grande spolvero, partita attenta in difesa e veementi discese in attacco, ma rischia l’espulsione a causa di un’ostruzione di troppo.
Ferrari 6: commette un unico piccolo errore in apertura di partita, ma poi controlla la sua zona di campo con una certa tranquillità.
Mexes 6.5: ingaggia un duello quasi personale con Amauri, vincendolo alla distanza; nell’ultima azione della partita, prende un palo pieno.
Tonetto 6: inizialmente si spinge spesso in avanti, ma, col trascorrere dei minuti, limita le sue incursioni in attacco, presidiando la fascia di sua competenza.
Pizarro 6.5: vista l’assenza di De Rossi, il cileno indietreggia davanti alla difesa, ma la sua regia è sempre impeccabile e fa girare la palla con velocità, mentre con assiduità si fa vedere dai suoi compagni.
Brighi 6.5: interdizione e dinamismo per sradicare palloni dai piedi avversari.
Taddei 5.5: non è molto presente nelle azioni di attacco dei suoi, ma ha il merito di battere con prontezza e precisione il corner che porterà alla vittoria.
Perrotta 5.5: dopo pochi minuti un suo tiro fa ben sperare, ma, alla lunga, paga la non sufficiente condizione fisica. Dal 70’ Aquilani sv.
Mancini 7: è in buono stato di forma e si vede, tanto che il suo peso non si sente solo in attacco, ma anche in difesa; ed è diventato anche altruista, servendo preziosi assist ai compagni. Dall’88’ Cicinho sv.
Totti 6: arretra per servire i compagni, ma l’attenta difesa del Palermo non permette al capitano romanista di fare una bellissima figura la notte dei festeggiamenti per i suoi duecento gol giallorossi. Dall’81’ Vucinic sv.
Allenatore Spalletti 6: inizialmente la sua squadra pressa e si muove che è un piacere, ma senza pungere veramente; solo una certa dose di fortuna gli permette di mettere altri tre punti nel suo personale carniere.

Pagelle del Palermo.
Fontana 5: paga l’errore di posizionamento della difesa su Mancini, ma anche lui rimane nella terra di nessuno.
Biava 5.5: se non avesse perso di vista Mancini, di certo avrebbe meritato la sufficienza.
Rinaudo 5: paga col rosso il primo fallo della partita, non pensando, forse, che l’arbitro Brighi, giustamente, interpretasse il regolamento alla lettera.
Barzagli 5.5: fino all’errore sul gol di Mancini, aveva guidato la difesa con ritrovata sicurezza.
Zaccardo 6: gioca come terzino sinistro, in un ruolo non suo, e pensa più a difendere che ad attaccare; ha sulla testa un pallone d’oro che potrebbe permettere al Palermo di passare in vantaggio.
Guana 6.5: è uno dei più vivi fra i suoi, sia in difesa che nell’impostazione della manovra d’attacco.
Migliaccio 6.5: gioca davanti alla difesa ed è molto attento in fase di interdizione.
Simplicio 5: anche a causa di una non ottimale condizione fisica, non entra mai in partita. Dal 62’ Cavani 5.5: prima a destra, poi a sinistra, non riesce mai a far veramente cambiare marcia ai suoi.
Caserta 6: è molto attento a mantenere gli equilibri della squadra. Dall’82’ Jankovic sv.
Miccoli 5: lì davanti Amauri è troppo, ma veramente troppo, solo. Dal 61’ Cassani 6: dona una maggiore armonia alla manovra palermitana sulla fascia destra.
Amauri 6.5: il suo compito è di far salire la squadra, ma spesso dà l’idea di predicare nel deserto dell’attacco rosanero.
Allenatore Guidolin 6.5: mette a posto, almeno per una serata, una difesa campione del mondo, ma fra le ultime della Serie A; però la sfortuna e la scarsa vena di chi dovrebbe collegare centrocampo e attacco, non gli permettono di uscire imbattuto dall’Olimpico.

Arbitro Brighi 6.5: commette un paio di errori, che, però, non incidono sul risultato finale; per tutto il resto, la sua partita è più che positiva.

Marco Di Cesare