Lavavetri Spariti anche a Roma
31 agosto 2007, di Dimitri Stagnitto
 

«Siamo stati assaliti dai fotografi e dai giornalisti e oggi molti di noi hanno preferito prendersi una giornata di riposo», racconta con ironia Abbas, 31 anni, che fa il lavavetri temporaneo, visto che il suo lavoro nella vita di tutti i giorni è fare il lavapiatti. Le due settimane di ferie che ha a disposizione stanno finendo, da lunedì riprenderà la vita di sempre «io sono qui anche oggi. Non ho paura delle multe. Che male faccio? Non posso permettermi nemmeno un giorno di vacanza. Lavoro, lavoro, lavoro. Non è facile fare il lavavetri, tra insulti e parolacce. Ma non siamo tutti uguali. Anche tra gli italiani ci sono i buoni e i cattivi. Alla fine siamo tutti esseri umani». Insomma pochi lavavetri in giro per le vie della Capitale spariti quasi del tutto dai semafori. Tranne in alcuni punti “storici” come i due incroci semaforici accanto alla Bocca della Verità, via Santa Maria in Cosmedin e via della Greca. Li imperterrite due donne e un uomo hanno sotto controllo, ormai da tempo, tutta la zona. Tra una pulitina al vetro e la lettura della mano, passano dagli automobilisti ai turisti. E alle postazioni di altri semafori, anche quelli periferici, dove lavorano in più gruppetti: il numero era nettamente ridotto. Piazza dei Navigatori di solito a prendere servizio la mattina arrivano in quattro o cinque, ieri erano solo in due. Sulla Cristoforo Colombo gli incroci presi di mira sono almeno sei, ieri solo due erano occupati. Insomma in molti hanno preferito stare alla larga da possibili controlli, «una giornata di festa non fa male a nessuno», scherzano due ragazzi di origine romena, seduti sotto un albero, in piazza di Porta Capena, mentre schiacciano un riposino, il secchio e la spugna poco distante, «aspettiamo e vediamo che succede». E poi aggiungono: «Ma che male facciamo, cerchiamo di tirare su qualche soldo per arrivare alla fine della giornata. Siamo arrivati qui con altre speranze e poi per campare questa è una soluzione immediata non servono raccomandazioni, devi solo stare attento a non metterti contro quelli che lo fanno da più tempo». E se a Firenze sono state emesse più di quindici denunce in poco più di due ore: dalle 8 alle 10, (nel giro di poco tempo i lavavetri sono spariti, probabilmente perché con il passaparola la notizia è rimbalzata da semaforo a semaforo) anche altre città stanno valutando provvedimenti da adottare. Anche Roma dichiara guerra ai lavavetri. Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha richiamato ieri con una direttiva rivolta ai Vigili Urbani la necessità che, su temi come commercio ambulante, parcheggiatori abusivi, schiamazzi e molestie, accattonaggio e mendicità infantile, attività di lavavetri, il corpo della Polizia Municipale si doti di una struttura ad hoc per intervenire con grande determinazione nella repressione di questi fenomeni. Il Sindaco ha riunito gli assessori alla Sicurezza e alle Politiche sociali, rispettivamente Jean Leonard Touadi e Raffaela Milano e i comandanti dei gruppi dei Vigili urbani creando quindi una squadra di intervento specifica. Intanto a piazza Fiume qualche giorno fa, un uomo adulto, un lavavetri di origine slave, ha minacciato il presidente del Circolo della Libertà Roma Liberale, Giuseppe Lucà, mentre filmava una banda di giovani zingari tutti intenti a lavare i parabrezza delle auto «vattene, non ci filmare, sappiamo dove stai e chi sei e ora ti butto addosso questi ragazzini e poi vado dai carabinieri a denunciare che li hai menati».