Legge Levi-Prodi, possibile bavaglio alla rete?
23 ottobre 2007, di Tancredi Pascucci
 

Il 12 ottobre è passata al consiglio dei Ministri – senza astenuti – un disegno di legge che intende controllare l’informazione su internet, in particolare i blog. Chiunque abbia un sito o un blog, anche se non a scopi di lucro, deve registrarsi al ROC, compilare documenti, pagare un bollo. Si tratta solo di un disegno di legge, lontano ancora dalla sua realizzazione e Gentiloni ha annunciato, dopo le recenti polemiche, che forse non verrà cambiato niente, resta comunque il rischio.

Se – tutti i bloggers sperano di no – la legge passerà in Parlamento, gran parte dei blog in rete verrà spazzato via. Va detto che, in fondo, come ogni legge, potrebbe portare sia a benefici che problemi. Da una parte smetterebbero di circolare le decine di blog che i teen-ager creano per poter parlare narcisisticamente delle loro vite. Da questo punto di vista internet migliorerebbe, il dilettantismo che imperversa fra le sue pagine non sarebbe più tanto diffuso e coloro che scrivono dei siti, sarebbero tutti dei qualificati operatori nel mondo dell’informazione. D’altra parte, l’attuale situazione è il prezzo della libertà, tutti possono dire la loro, anche chi non ha niente di importante o intelligente da dire, anche se non usa le parole giuste o non ha l’età adatta. Per non contare un’inquietante considerazione: quei pochi autori blog che sopravvivranno saranno costretti a misurare le proprie parole, perchè diranno verità "scomode", correranno il rischio di essere querelati dagli interessati. Un duro colpo alla libertà d’espressione.

di Tancredi Pascucci