Nasce la Fondazione Alessandro Fersen
23 ottobre 2009, di R. Landi
 

Giovedì 29 ottobre alle ore 11 avrà luogo la Conferenza stampa di presentazione della FONDAZIONE ALESSANDRO FERSEN per Alessandro Fersen (1911-2001), presso la Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo (SIAE) (Via del Sudario 44, Roma).

A otto anni dalla scomparsa del grande regista, drammaturgo ed attore Alessandro Fersen, una Fondazione intitolata a suo nome gli rende omaggio attraverso la nascita di una serie di attività poliedriche che lo ricordano, lo evocano e ne ripercorrono le fasi salienti della carriera e del pensiero anche tramite materiali di sua proprietà.

E’ stata infatti la meticolosa ricostruzione e indicizzazione del Fondo Fersen – un catalogo di centinaia di documenti tra carteggi, epistolari, filmati, bozzetti, fotografie e testi inediti - a far scaturire l’idea di creare una Fondazione. Ariela Fajrajzen, l’unica figlia del maestro del “mnemodramma”, ne è stata l’artefice e sarà in Italia il 29 ottobre, presso la Biblioteca del Burcardo di Roma, per parlare degli obiettivi prefissati, dei lavori in corso di pubblicazione su Alessandro Fersen e delle attività correlate, tra le quali alcune prestigiose partnership a livello internazionale.

Con lei saranno presenti, coordinati da Pasquale Pesce (direttore della Fondazione), alcuni illustri nomi del mondo dell’insegnamento e del teatro coinvolti nell’operato del maestro, tra i quali Ferruccio Marotti, ordinario di Storia del teatro all’Università Sapienza di Roma, che ha in corso un progetto sulla digitalizzazione di tutto l’archivio cinematografico Fersen; Eugenio Pallestrini, presidente del Civico Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, ente depositario del Fondo Fersen; Sergio Noberini, direttore del Museo Internazionale Emanuele Luzzati, l’artista grande amico e collaboratore alle scene delle più significative regie ferseniane; Renato Nicolini, docente di architettura presso l’Università di Reggio Calabria; Silvia Carandini, ordinario di storia del teatro all’Università Sapienza di Roma e membro del comitato scientifico; Maricla Boggio, docente di scrittura drammaturgica all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica; Ombretta De Biase, presidente del Premio Fersen, la regista Teresa Pedroni e Claudio Pierantoni, allievo di Fersen e fondatore della scuola intitolata a suo nome, una delle accademie che ne hanno adottato l’insegnamento. Con loro, in sala, altri amici, colleghi e testimoni ricostruiranno i molteplici aspetti della sua attività: dalla regia alla riflessione filosofica, dalla poesia alla pedagogia dell’attore, dalla ricerca teatrale alla drammaturgia.

In tale ambito saranno presentate le due nuove pubblicazioni su Alessandro Fersen: • Ora Fluente. Del teatro e del non teatro: l’opera di Alessandro Fersen (Ed. Titivillus), di Paola Bertolone, ex allieva di Fersen e ricercatrice all’Università di Siena. Si tratta di uno sguardo d’insieme sull’opera di Fersen, con suoi testi ripubblicati, interviste e inoltre saggi storici sulla sua variegata attività di regista, drammaturgo, teorico, pedagogo: dalla produzione teorica degli anni Cinquanta e Sessanta, all’intervista di Bonnie Marranca del 1984 per “Performing Arts Journal”, passando per la realizzazione del testo e della regia delle Diavolerie del 1967. La biografia artistica, la bibliografia, il repertorio di immagini costituiscono uno strumento di approfondimento, così come il documentario in DVD Alessandro Fersen. L’essere in scena, realizzato dall’Università di Roma La Sapienza. • Alessandro Fersen e la Commedia dell’Arte (Ed. Aracne) di Roberto Cuppone, ricercatore in storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Genova. Le fatiche di Arlecchino, Pierrot alla conquista della luna e Sganarello e la figlia del re sono tre “imprese” inedite di Alessandro Fersen che rappresentano un vero e proprio “ciclo” con cui alla fine degli anni Cinquanta l’autore persegue una esplicita reinvenzione del teatro come spettacolo. Caso unico in Italia, crede di trovare nel mito delle maschere (ormai filtrato dal romanticismo francese) la via per un inedito connubio fra teatro e televisione: in una RAI agli albori e già avvezza a diffondere prodotti teatrali di “tranquillo” successo (Govi, Baseggio) sogna un modello nazionale e internazionale insieme, storico e attuale, popolare e di cultura: quello appunto di una “Commedia dell’Arte”, per la prima e ultima volta, in bianco e nero.

Regista, pedagogo, attore, drammaturgo e teorico del teatro, Alessandro Fersen ha avuto un ruolo centrale nel panorama teatrale italiano e nella vita culturale italiana e della città di Roma in particolare, fondando nel 1957 lo Studio Fersen di Arti Sceniche, una scuola protesa alla formazione dell’attore a partire dal metodo Stanislavskij e indirizzata alla continua ricerca sul “mnemodramma”, una tecnica teatrale di matrice antropologica acquisita da Fersen durante alcuni soggiorni nel Sud America e introdotta sin dall’inizio degli anni Sessanta. Punto di riferimento per studiosi e appassionati di teatro, il laboratorio Fersen era anche un centro culturale interdisciplinare che organizzava incontri a tema in una fervida attività che è andata avanti fino agli anni Novanta.

Altro merito di Fersen è quello di avere invitato e fatto conoscere in Italia il regista polacco Jerzy Grotowski, creando workshop e seminari a partire dallo sviluppo delle sue tecniche di sperimentazione. Lo stesso ha fatto con Peter Brook, accomunando la loro opera di avanguardia teatrale con alcuni significativi interventi prodotti in un famoso convegno romano incentrato sul prototipo di un nuovo Teatro, un nuovo Attore e un nuovo coinvolgimento “viscerale” e interattivo del pubblico.

Tra gli allievi che frequentarono la scuola e quelli che collaborarono con il maestro vi sono prestigiosi esponenti del mondo dello spettacolo italiano, tra i quali si ricordano Luciano Berio, Nancy Brilli, Santuzza Calì, Claudia Cardinale, Cosimo Cinieri, Gigliola Cinquetti, Leo De Berardinis, Piera degli Esposti, Arnoldo Foà, Glauco Mauri, Sandra Mondaini, Ave Ninchi, Perla Peragallo, Paola Pitagora, Enrico Maria Salerno, Sergio Tofano, Franca Valeri, Ornella Vanoni, Monica Vitti, Roman Vlad.