Il Lupercale: la grotta di Romolo e Remo
20 novembre 2007, di Alberto Fratticci
 

ROMA - Eccezionale ritrovamento sul colle Palatino. Durante dei lavori di esplorazione, sarebbe stata ritrovata la grotta di Romolo e Remo. È il Lupercale, la grotta mitica dove la lupa accudì e allattò i due gemellini. La struttura a forma di ninfeo sembra essere una grotta in parte naturale e in parte artificiale, alta circa 9 metri e con un diametro di 7,5.

L’annuncio è stato dato dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Francesco Rutelli: «Nel corso dell’esplorazione di questi giorni del Palatino, nella parte che dá verso il Circo Massimo, una sonda a 16 metri di profondità ha trovato qualcosa di veramente strabiliante. Le immagini riportate da questa sonda potrebbero ragionevolmente testimoniare il luogo più celebre del mito della storia di Roma: il Lupercale».

Nel 36 a.C. sarà Ottaviano che tornerà a vivere accanto alla casa di Romolo e nel 13 a.C. assumerà il ruolo di Pontefice Massimo ritrovando così la pienezza del potere che era stato di Romolo: rex e augur. E’ alla volontà dell’imperatore Augusto Ottaviano che dobbiamo la restaurazione del Lupercale, situato proprio in prossimità della domus augustana.

La microtelecamera della sonda penetrata nel terreno ha suscitato fortissime emozioni. La volta, decorata a cassettoni con motivi geometrici in tessere di marmo policromo, impreziosita ulteriormente da filari di conchiglie bianche, ha alla sua sommità la grande aquila bianca di Augusto. L’archeologa Irene Iacopi, che ha diretto lo scavo, ha commentato «Una vivacità policroma impressionante che sembra a prima vista un unicum nel complesso della Casa di Augusto». Il soprintendente archeologico Angelo Bottini ha dichiarato: «La grotta è ancora quasi interamente riempita di terra di riporto. La struttura ipogea, che ha le sembianze di un ninfeo, dove alle pareti abbiamo riconosciuto una nicchia, è alla base della collina, allo stesso livello del Circo Massimo, ed è stata inglobata in un complesso di strutture che l’hanno rispettata e decorata secondo la moda del tempo. Lo scavo sarà, quindi, complesso. Partiremo dall’alto per scendere verso il basso»

Il culto del Lupercale, ha spiegato il noto archeologo Andrea Carandini, era ancora vivo nel V d.C. tanto che il papa Gelasio I proibì ai romani di praticare il rituale legato alla grotta: correre intorno al Palatino frustando le donne per renderle fertili.

Ora si dovrà cercare un varco per entrare nella grotta, costruire un cantiere in sicurezza, e svuotarlo dal terriccio. «Gli studiosi - ha spiegato il ministro Rutelli - lavoreranno per anni sui dettagli di questa struttura. Si tratta di un luogo di culto, un santuario che Augusto trasformò in uno dei punti centrali della sua casa. Per secoli era stato cercato ed ora finalmente è sotto gli occhi di tutti».

di J. A. Fratticci